1948 è l’anno in cui Riccardo Malipero scrive questi suoi due studi su Bach e su Debussy che continuano a essere importanti e significativi, per come rileggono, riconducono al vero la musica e la vita di Debussy e di Bach finora sottoposte ad alterazioni non casuali. Ma appunto, Riccardo Malipiero, che già durante il fascismo aveva fatto la scelta anticonformistica della dodecafonia, subito dopo il 1945 ovvero l’anno dell’antifascismo culminato nella Liberazione che avvia il cambiamento di fondo della storia nazionale musicale compresa, condivide con la nuova musica italiana il bisogno di coniugare la riconcezione e rifondazione del fare musica con la riconduzione al vero della musica del passato finora sottoposto alla manipolazione dalla cultura dominante.
Riccardo Malipiero (Milano,24 luglio 1914 – 27 novembre 2003) figura poliforme di compositore e intellettuale aperto alla cultura non soltanto musicale, giornalista e saggista, fu tra i primi promotori della musica dodecafonica. Profondamente radicato nella vita culturale milanese, svolse attività didattica negli Stati Uniti e in America Latina. Il suo bisogno di andare oltre ogni limite, e di libero scegliere e agire, lo ha portato a militare da partigiano nella Resistenza fino alla Liberazione. Ampia la sua produzione come compositore di musica da camera e sinfonica. Ebbe un ruolo significativo nel panorama teatralee della musica vocale. Fu organizzatore culturale fra i più attivi negli anni postbellici, come testimonia l’organizzazione nel 1949 a Milano del primo Congresso internazionale di Musica Dodecafonica
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